26/07/2024
«È davvero un lavoro impressionante quello che è stato fatto sulla Via dell’Amore. E me ne sono resa conto di persona, visitandola a fine lavori, dopo che per dodici anni sia i cittadini che i turisti non hanno potuto godere di un gioiello che è patrimonio dell’Unesco». Daniela Santanché, ministra del Turismo, sarà oggi a Riomaggiore per la riapertura al pubblico, dopo 12 anni e lavori per oltre 22 milioni di euro, della Via dell’Amore. «Voglio cogliere l’occasione per ringraziare la struttura commissariale della Regione che ha seguito i lavori e finanziato un intervento complesso, un intervento che è il simbolo di un’Italia sostenibile, che sa mettere a frutto e difendere il suo patrimonio incredibile. Inoltre, è stato un esempio di collaborazione tra le istituzioni, dai sindaci alla Presidente del parco. E anche come ministero abbiamo contribuito».
Le Cinque Terre sono un simbolo del successo del turismo ma anche dei pericoli per un territorio fragile. Ci sono state polemiche per la scelta della Regione di aumentare il costo delle corse ferroviarie, si può trarre un primo bilancio?
«Intanto bisogna precisare che non c’è stato alcun rincaro per i liguri, per i pendolari e per chi ha le seconde case alle Cinque Terre. C’è un aumento delle tariffe turistiche, che è stato modulato sulla base della stagionalità. Io credo che sia stata una scelta giusta perché è giusto che il valore culturale e turistico del nostro Paese si faccia pagare, come si paga all’estero per andare in un Parco naturale o per un monumento».
Non rischia di essere una selezione solo per censo?
«Dobbiamo switchare mentalità: la questione fondamentale sul turismo è la qualità, non la quantità di visitatori. Abbiamo un grande patrimonio e si mette a reddito come in tutto il mondo, con l’obiettivo di alzare la qualità dei servizi, delle strutture, dei trasporti: così si attira il turismo di qualità. Altrimenti poi non ci si lamenti dell’overtourism».
A Venezia si sperimenta il ticket di ingresso, a Firenze si parla di limiti ai Bnb, lei ha incontrato recentemente la nuova sindaca, cosa sta facendo il governo in merito?
«Con la sindaca di Firenze abbiamo parlato del G7 del turismo che andremo a svolgere proprio nel capoluogo toscano. Poi, sì, abbiamo parlato anche del tema degli affitti brevi, che è un fenomeno molto sfaccettato e da approfondire bene, senza semplificazioni: noi come governo abbiamo armonizzato le discipline regionali e introdotto il Cin (codice identificativo nazionale) che sostituisce i codici regionali e senza il quale non ci si iscrive alle piattaforme e non si può più offrire ricettività sul territorio nazionale. Questo codice serve per identificare le strutture che offrono ospitalità, non soltanto le locazioni turistiche brevi, ma anche gli hotel, i bnb, gli affittacamere, le case vacanze e sono previste sanzioni in caso di violazioni. Per le locazioni turistiche brevi abbiamo anche previsto di innalzare il livello di sicurezza delle strutture, a tutela dei turisti. Teniamo, però, presente che la disciplina delle altre tipologie di soggiorno breve è di livello regionale e il governo non può entrare imponendo limitazioni o altro. Prima vediamo i numeri reali, non mentono: capiamo qual è la tipologia di offerta extralberghiera che impatta maggiormente sulle nostre città d’arte e ragioniamoci, tutte le istituzioni assieme, ognuna con la propria competenza».
Molte città d’arte lamentano le difficoltà del mercato delle locazioni perché nei centri storici si preferiscono gli affitti brevi.
«Vivere nei centri delle grandi città è sempre più difficile non solo per gli affitti, tra le Ztl, i prezzi, le situazioni sono più complesse: il mio approccio è pragmatico, siamo il primo governo che si occupa del tema ma bisogna distinguere tra chi ha un appartamento e lo mette a reddito e l’agenzia che ne gestisce una decina, così come si deve fare una reale pesatura di questa tipologia di utilizzo degli immobili rispetto alle altre. Ma c’è un elemento che per noi è sacro: la proprietà privata. In altre città d’Europa dove sono stati messi limiti e obblighi è cresciuto l’abusivismo: non ci sono ricette valide a prescindere».
Altro tema caldo, quello dei balneari: il sindacato di categoria minaccia proteste se non ci sarà una decisione sulle concessioni entro la pausa estiva e denuncia l’inerzia del governo.
«Il governo sta trattando con l’Europa e io ho la massima fiducia nella Presidenza del consiglio. Avremo una nuova Commissione, sappiamo che il tema è molto importante e che tante aziende familiari attendono una risposta, ma la trattativa con l’Europa è complessa, quello che si deve dire è che il governo la materia la sta seguendo, con impegno e competenza e senza fare marcia indietro sugli impegni presi».
Lei domani (oggi per chi legge) inaugurerà la Via dell’Amore e non ci sarà il presidente Toti, agli arresti dal 7 maggio. Pare che le sue dimissioni siano imminenti, lei che ne pensa?
«Il centrodestra in questi anni in Liguria ha lavorato molto bene, dove c’era immobilismo ora c’è dinamismo e Toti con la sua giunta ha fatto tante cose importanti e gode ancora di un buon gradimento tra i liguri, stando ai sondaggi. Mi auguro quindi che la giunta possa portare avanti il programma e che Toti possa continuare, ma la scelta ultima e personale è sua. Mi piacerebbe solo che in questa nazione non siano i magistrati a decidere chi può governare e chi no. Io ho fiducia nella magistratura ma la politica dovrebbe difendere le sue prerogative senza se e senza ma».
Quindi la decisione dovrebbe dipendere solo da motivazioni politiche e non dalla questione giudiziaria?
«Mi auguro che sia così, dovrebbero essere gli elettori a decidere chi governa. La storia è piena di mostri sbattuti in prima pagina e poi assolti: all’inizio prevalgono sempre le accuse, ma a parlare devono essere le aule di tribunale». —
Intervista del 26 luglio 2024 di Emanuele Rossi