23/12/2024
Leggi l’articolo qui: Affitti brevi – Il Sole 24 Ore
«La banca dati contrasta il sommerso»
L’intervista a Daniela Santanchè Ministro del Turismo
«Credo che il Cin farà emergere almeno il 20% di strutture che svolgono attività non essendo registrate». Daniela Santanchè, ministro del Turismo, rivendica un primo risultato derivante dal codice identificativo nazionale per le locazioni turistiche e le altre strutture ricettive. «E credo che lo vedremo anche dalle statistiche sulle presenze turistiche».
Siamo al 75% di Cin rilasciati alle strutture registrate nella banca dati. Come giudica questo dato a pochi giorni dalla scadenza del 1° gennaio?
Sono molto soddisfatta, in quattro mesi abbiamo realizzato una banca dati nazionale, allineandola con quelle regionali e migrandola sul Polo strategico nazionale (il cloud della Pa, Ndr) e raggiungendo così il target Pnrr prima delle altre Pa.
Le sanzioni saranno applicate dal 2 gennaio?
Dico di non fare allarmismo. Noi procediamo decisi, ma anche consapevoli che la compliance non è stata immediata. Con la banca dati abbiamo messo a disposizione uno strumento per il privato e le Ota (Online travel agency, Ndr) sanno che possono contare sul supporto del ministero.
Resta il problema degli alloggi non registrati nella banca dati, magari affittati tramite il passaparola o canali digitali informali.
Credo che la necessità di operare li spingerà ad emergere. Anche i turisti faranno selezione, e la qualità passerà per l’emersione e il controllo.
L’obbligo di dotarsi di un estintore e del rilevatore di monossido di carbonio sono stati vissuti un po’ come un ostacolo alla propria attività da alcuni host.
Questi obblighi vanno inquadrati nel discorso che ho appena fatto: sicurezza per i turisti, no al sommerso.
Il Cin renderà più facili i controlli, ma non risolve il problema del sovraffollamento turistico nei centri storici da cui fuggono i residenti. Alcuni Comuni si stanno muovendo. A livello ministeriale state ragionando sul tema?
Certamente si può fare meglio, ma mi sono assunta la responsabilità di intervenire su un problema che non è certo sorto negli ultimi due anni e che non era stato affrontato prima.
Detto ciò, a gennaio presenterò uno studio della situazione nelle città che è stato molto complesso e riserverà delle sorprese. Un’azione politica deve avvalersi di numeri e da lì partiremo.
Su quali direttrici si muoverà?
Dobbiamo tenere insieme due pilastri: la proprietà privata, che per me è sacra, e il contrasto al sommerso e alla concorrenza sleale. Il problema dei centri storici riguarda solo quattro città: Firenze, Roma, Venezia e Milano. Dobbiamo studiare i numeri e non avere furore ideologico. E poi ragionare con buon senso e non dire troppi no a chi lavora.
Negli ultimi giorni ha fatto discutere la circolare del ministero del’Interno per cui i locatori devono identificare de visu gli ospiti. Servono dei correttivi?
La circolare non fa che chiarire la corretta applicazione di norme già varate dal Parlamento nel 2018. A livello territoriale, si sta iniziando ad applicare queste prescrizioni che rispondono a evidenti esigenze di sicurezza. Peraltro, il superamento delle keybox è necessario anche sul piano della difesa del decoro urbano e della vivibilità delle nostre città. Se poi la tecnologia può venire in aiuto, ad esempio con il riconoscimento facciale, io sono sempre favorevole.
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